La Terapia con Liraglutide

IL MEDICO RISPONDE 2013

Un nostro socio ci chiede

IL MEDICO RISPONDE

Sono una persona di 52 anni con diabete di tipo 2 scompensato, ultimi esami rilevano emoglobina glicata oltre 12/109, e fortemente obeso, peso 170 kg.
All'ultima visita il diabetologo mi ha proposto di provare un farmaco innovativo, la liraglutide, che oltre ad essere antidiabetico è pure dimagrante. A 15 giorni dall'inizio benché non ancora a regime con la terapia mi ha già abbassato notevolmente la glicemia rilevata a domicilio e ho perso il desiderio di mangiare, spesso ho proprio la repulsione ad assumere cibo ed ho già perso 7 kg.
Curiosando su internet ho trovato uno studio i cui risultati sono tra l'altro usciti i giorni scorsi che asserisce che il suddetto farmaco è pericoloso ed addirittura cancerogeno.
Vi chiedo se potete darmi un Vostro parere.

Il nostro Consulente Sanitario risponde:

Il farmaco da lei utilizzato per la cura del diabete é la liraglutide. E' il secondo esponente, dopo exenatide, della classe degli incretino-mimetici autorizzato in Italia per l'utilizzo in seconda o terza linea di terapia del diabete mellito tipo 2. La FDA (agenzia degli alimenti e dei farmaci americana) ha approvato la liraglutide come farmaco per la terapia del diabete nel 2010, successivamente anche l'EMEA (agenzia europea per i medicinali) ha approvato l'utilizzo di liraglutide per la stessa patologia. La liraglutide iniettata nel sottocute una volta al giorno ha dimostrato, negli studi di registrazione, di migliorare il controllo glicemico negli adulti diabetici e di determinare contemporaneamente un significativo calo ponderale, stimolando il recettore del GLP-1. Il GLP-1 é un ormone che ha la funzione di regolare la glicemia in diversi modi: aumenta la secrezione di insulina dal pancreas in modo glucosio-dipendente e sopprime l'azione del glucagone, un ormone contrario all'insulina. Negli studi preclinici sugli animali, i roditori trattati con liraglutide avrebbero dimostrato una maggiore incidenza di formazione di cellule tumorali e di iperplasia a carico della tiroide. I dati provenienti dagli studi clinici, di due anni, non supportano alcun rischio significativo di attivazione del cancro che ha origine dalle cellule C della tiroide, negli esseri umani. Anche l'incidenza di pancreatite, negli studi di registrazione, é stata maggiore con liraglutide rispetto al placebo. Tuttavia attualmente non esiste alcuna limitazione all'uso di questo farmaco, da parte dell'Agenzia Europea del Farmaco, in merito al rischio "tumore", mentre la pancreatite viene annoverata tra i potenziali rischi dell'utilizzo degli incretino-mimetici. Per quanto riguarda il suo caso personale, ritengo che chi le ha prescritto liraglutide, ha sicuramente ritenuto che il rapporto rischi/benefici derivante dall'utilizzo di liraglutide sia per lei favorevole, in considerazione dei rischi connessi con lo scompenso metabolico e la condizione di grave obesità.

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